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“Culture fit”, cultura aziendale


“Culture fit”, cultura aziendale: 4 vantaggi e 3 consigli per definirla meglio

Eravamo alle soglie degli anni 2000, anno più anno meno. Mi occupavo di IT Security, ero giovane e mi muovevo tra le prime esperienze lavorative in grandi aziende del settore. Lavoravo in sede a Milano ed un giorno mi spedirono ad Ivrea per una trasferta.
Ricordo che, un po’ ignaro, mi misi dentro l’auto aziendale, e mi avviai verso gli uffici di questa azienda della cui importanza mi resi conto solo quando mi trovai davanti allo stabilimento principale.
La Olivetti sembrava una casa abbandonata. Meno della metà delle stanze erano popolate. Edifici in legno, parquet ed eleganza retrò, con uno stile che richiamava i vecchi film di 007. Quello che si respirava era odore di un successo tramontato, un declino archiviato tra i faldoni dell’impresa italiana.
Studiando le gesta dirigenziali di Adriano Olivetti, presidente storico dell’azienda, e ricordando le lunghe passeggiate fatte nei locali di Ivrea, mi ritrovo oggi a scrivere di un concetto che quest’uomo geniale aveva cercato di condividere trasformandolo in un vero e proprio stile di vita: parliamo di cultura aziendale.
Definiamola, fuor di retorica, come quell’insieme di valori che determinano la vita di un’azienda, i suoi ritmi, la qualità delle comunicazioni, il suo stato di benessere.
Ovviamente la corrispondenza tra valori di cui è portatore il lavoratore e quelli aziendali è e deve essere sempre molto forte: quando l’azienda ricerca nuovo personale e vuole assumere una risorsa, ricerca nei professionisti candidati questa simmetria.
Concetto interessante, in Italia oggi poco praticato, in America detto “culture fit”.
Un’azienda produce, oltre ad un fatturato, un’ identità.

asset strategico

Si tratta, in sintesi, di un processo molto vicino al branding positioning.
La differenza è che mentre il branding positioning rappresenta la percezione esterna che si ha di una azienda, la cultura aziendale è l’indentità interna, riconosciuta da tutti coloro che ne fanno parte. Sono due facce della stessa medaglia che contribuiscono a dare l’immagine aziendale.
Negli ultimi anni, alcune aziende straniere hanno iniziato a dare molta importanza alla cultura aziendale, preoccupandosi di comunicarla all’esterno delle proprie mura. Conosco personalmente aziende che si sono trasferite con dipendenti e famiglie dagli States in isole del Pacifico dove, oltre a dimezzare le spese, hanno triplicato i fatturati, rendendo lo stile di vita dei propri dipendenti a dir poco eccellente.

Quali sono i vantaggi nel coltivare una cultura aziendale?

1) Diminuzione del turn over delle risorse
Parliamo di risorse qualificate: una risorsa qualificata che abbia un’identità rispecchiata in quella aziendale farà molta fatica a decidere di andare via.
Quando un’azienda perde un dipendente, ha delle forti spese interne per sostituirlo: fare selezione, recuperare i contatti della risorsa, sostituire il know how maturato, pagare la liquidazione… Fatevi i conti; meno turn over c’è, meglio è.

2) Attrarre nuovi collaboratori
Un’azienda con una forte cultura aziendale diventa attrattiva e si riempie di risorse motivate che la cercano non solo per lo stipendio, ma per sposarne l’identità, per farne parte.

3) Potenziare il brand
Lo abbiamo accennato prima: sono le 2 facce della stessa medaglia. Per i clienti, ultimo anello della catena della produttività, l’identità è un nutrimento importante. Ha il compito di posizionarsi nella loro mente in modo che il prodotto aziendale possa diventare un punto di riferimento .
Le risorse interne, la qualità della loro vita, le loro relazioni, non sono altro che la risultante del benessere che l’azienda stessa vive.
Un’azienda che produce cultura aziendale, che produce una forte identità, ha collaboratori che condivideranno volentieri il loro stato, sia nell’ambito delle conoscenze dirette, che sui social media, e sappiamo oggi quanto questo faccia la differenza.

4) Una azienda motivata è una azienda con obiettivi e strategie chiare
Quando è chiara l’identità aziendale sono chiari gli obiettivi.
L’azienda presenta un team ben concertato, dove ogni risorsa ha il suo posto, la sua occupazione, ed è allineata con tutto il gruppo e con la mission.
Ordine e gioco di squadra permettono ad ognuno di esprimere il massimo di sé.

Quali sono i semplici accorgimenti da poter utilizzare per iniziare a creare una cultura aziendale?

1) Cambiare i parametri di selezione delle risorse
Oltre agli skill, gli studi e le qualifiche, una risorsa potrebbe anche essere testata in base alla relazione con i valori aziendali.
Preferite investire su una selezione delle risorse che metta in luce le attitudini e le modalità di relazione dei candidati per non dovervi trovare poi con un dipendente poco motivato.

2) Far girare un test aziendale
Una vecchia fissazione del marketing: chiedere alle risorse interne una serie di informazioni di contorno che possano in qualche modo dare un’idea dell’identità dell’azienda che si sta costruendo.

  • Cos’è che funziona?
  • Cosa mi piace del lavoro che svolgo?
  • Quali sono i punti di forza nei quali mi riconosco?
  • Cosa c’è di diverso rispetto agli altri ambienti lavorativi?
  • Cosa proprio non riesco a digerire?

Compilate una lista di domande il più possibile assertive ed invitate le risorse a condividere una identità, per poi rendere pubblici tra i dipendenti i risultati e fare una diagnosi a cielo aperto.

3) Interiorizzare il brand aziendale
Integrare i principi etici, condividerli e definirli in un impegno importante come quello del lavoro è senza dubbio un ottimo passo per aspirare all’eccellenza. I valori condivisi danno senso di coerenza, coesione e determinazione in tutta l’organizzazione, e questo può segnare la svolta, soprattutto nei momenti difficili.