Miele biologico Food

Il miele biologico non esiste


Il miele

di Liliana Scaffa

 

Miscele. È questa la parola sempre più spesso associata al nostro miele. Miscele di mieli europei, internazionali, di italiani e stranieri, che poco rivelano circa la percentuale reale di miele nazionale presente all’interno del barattolo.

Ma che miele mangiamo?

Il miele prodotto in Italia soddisfa a malapena il 30% delle richieste del mercato interno, dì qui la conclusione che circa il 70% del miele venduto nelle grandi catene distributive altro non è che estero. Certo è che di questo prezioso alimento, usato fin dai tempi dei romani, ancora oggi se ne consuma in gran quantità, e con sempre maggiore attenzione alla qualità. Motivo per il quale in molti decidono di orientarsi verso il bio. Ma quand’è che il nostro miele è biologico?

Secondo il regolamento CEE 2092/91 e i decreti MIPAF del 04/08/2000 e del 29/03/2001, l’ubicazione degli apiari deve: “garantire fonti naturali di nettare, melata e polline sufficienti e l’accesso all’acqua per le api; essere tale che nel raggio di 3 km a far centro dalla postazione dell’apiario le fonti di bottinaggio siano costituite essenzialmente da coltivazioni con metodo di produzione biologico e/o flora spontanea; mantenere una distanza sufficiente da qualsiasi fonte di produzione non agricola potenzialmente contaminante, come sono centri urbani, autostrade, discariche, inceneritori di rifiuti”.

Ma se è vero che un’ape non può vivere chiusa in una gabbia, allora è vero anche che il miele che essa produce non può essere considerato biologico nel senso letterale e legislativo del termine.

E allora sorge spontaneo chiedersi, che cos’è che compriamo ogni giorno sugli scaffali dei supermercati? La risposta è semplice e altrettanto sottile. Non compriamo miele biologico, bensì un miele da conduzione biologica. L’apicoltore in sintesi, si sforza di attuare tutti quei sistemi che preservino la vita degli animali e la loro produzione. Almeno fin dove è possibile.

A differenza di un allevatore di mucche, un allevatore di api difficilmente potrà dire dove hanno mangiato, bevuto e prelevato polline i propri animali. Mentre potrà dire con certezza come le ha trattate. E saranno proprio questi metodi a definire “biologico” il suo prodotto.

E quindi ancora una volta per avere la certezza di mangiare un buon prodotto, forse bisognerebbe tornare un po’ più vicino a chi li produce. Perché la legge, almeno in questo caso, sembra assai lontana dalla realtà di ciò che tratta.

Come comprare un buon miele? Magari andando direttamente alla fonte, instaurare un rapporto di fiducia con l’apicoltore, farsi raccontare come conduce le proprie api.

Un miele “industriale” è sempre uguale, ogni anno. Stesso sapore, colore, consistenza. In un miele artigianale invece, c’è tutto il gusto di una storia sempre diversa.

I mieli industriali infatti sono trattati termicamente per rimanere sempre liquidi perdendo buona parte delle loro proprietà, mentre il miele artigianale viene estratto a freddo e lasciato decantare per gravità.

Nessun trattamento tra il lavoro dell’ape e quello dell’apicoltore, questo è il solo trattamento ammesso per un miele di qualità.

 

I metodi per scegliere tra un vasetto ed un altro

Innanzitutto la consistenza: tranne acacia melata e castagno, il miele cristallizza in varie forme. Grana fine, compatta, grossolana, pastosa e così via.

Ogni miele, ed ogni annata, hanno caratteristiche differenti. Avere un miele cristallizzato è indice di assenza di trattamenti termici.

Quando il miele cristallizza creando una crosta dura e compatta in superficie è stato addizionato a zucchero.

Miele che fermenta è indice di alta umidità, ha sentori e odori di yogurt. Deve essere riportato al produttore o al venditore e cambiato.

Infine le caratteristiche di colore, profumo e sapore: ogni miele ha le proprie, così come ogni annata, addirittura ogni vasetto a volte è leggermente differente se proviene da una differente smielatura. Le api si comportano in maniera differente da arnia ad arnia. Una ricchezza che non si riscontra nei mieli industriali.

Ultima cosa, il miele non scade, ma è buon indice consumarlo entro due anni dalla sua produzione.