Posti da visitare

Rocca Borgia di Nepi (Vt)


A meno di 50 km da Roma, direzione via Cassia, appena entrati in provincia di Viterbo, il paese di Nepi ospita numerosi siti di interesse storico, tra i quali spicca in modo evidente una Rocca fortificata voluta dalla famiglia Borgia.

Il Rinascimento

L’età Borgiana. Nel 1474, Papa Sisto IV promuove restauri e riparazioni. Ma solamente nel 1479 inizia una stagione di imponenti realizzazioni per questo complesso, che ne cambiarono completamente l’impianto architettonico, a seguito della nomina a governatore della città del Cardinale Rodrigo Borgia, il quale già nel 1483 autorizzerà altre spese per la Rocca stessa. È nel ventennio 1479-1499 che va situata la costruzione dei quattro torrioni cilindrici posti agli angoli di un quadrilatero difensivo attorno al nucleo centrale, che sempre più da difensiva, stava mutando la sua funzione in quella residenziale. Ancora, venne costruita una loggia lungo la parete che unisce le due torri principali. Gli ambienti sottostanti vengono trasformati in cantine, tra cui quello che per secoli era stato l’accesso principale all’abitato. Il coronamento a beccatelli in peperino grigio a sottolineare i cammini di ronda e il rivestimento dell’intero nucleo, con intonaco “incollato e raschiato a quadretti” ovvero l’intonaco decorato con graffiti a simulare una partitura muraria regolare. Sulle torri gli stemmi cardinalizi del Borgia. Viene rialzata ulteriormente la torre circolare, sicuramente per renderla più efficace quale punto privilegiato di osservazione. Il progetto di questa complessa opera venne affidato ad Antonio da Sangallo il vecchio, che nello stesso periodo era impegnato nell’edificazione della Rocca di Civita Castellana. Alla stessa fase risale anche la costruzione della porta “Borgiana”, lungo le mura che dal complesso centrale, chiudevano l’accesso alla città verso sud per terminare sul ciglio della forra. Con la nomina del Borgia a Papa nel 1492, col nome di Alessandro VI fu Ascanio Sforza a ricoprire la carica di Governatore della città. Nepi era stata infatti la ricompensa per averlo appoggiato durante il conclave. Nel 1499 a seguito del cambio repentino della politica borgiana, Ascanio Sforza fu cacciato e nominata governatrice della città Lucrezia Borgia, figlia del pontefice, la quale risiedette nella fortezza per qualche tempo nel 1500. Successivamente, nel 1503, la Rocca venne usata come rifugio da suo fratello Cesare, detto il Valentino.

Primi decenni del XVI secolo. A questo periodo si può far risalire l’aggiunta del corpo di fabrica a nord del nucleo originario. Addossato alla primitiva facciata, della quale si possano ancora notare i beccatelli tagliati. Il nuovo edificio ha le porte d’ingresso direttamente sul cortile centrale e due ali laterali in cui si dislocano vari ambienti di servizio, tra cui la cucina, con il grande camino ed il forno, comunicante direttamente con il salone principale. Sotto il pontificato di Leone X, nel 1521, la città venne ceduta a Bernardo Accolti, famoso poeta cortese, conosciuto con l’eccentrico nome dell'”Unico”. Sue le varie ristrutturazioni dei fabbricati residenziali. Di questa fase, conosciamo grazie un inventario conservato presso l’archivio comunale di Nepi, i nomi di alcune sale: Quella della Madonna, la camera della Fenice, della Palma e anche del Volere e non Potere. Sua la nuova porta di accesso alle fortificazioni, detta appunto porta dell'”Unico”, sulla quale un’iscrizione recita: “UNICUS CUSTOS PROCUL HINC TIMORES”, ovvero ” L’Unico è qui custode: lungi ogni timore”, forse a ricordo del Sacco di Roma, quando le ruppe di Carlo V vennero respinte presso la valle di Baccano. L’Unico fu tutt’altro che amato dai nepesini. Numerosi furono i tentativi di cacciata da parte della cittadinanza, che accusarono più volte il proprio signore di ingiustizie e di imporre tasse e gabelle troppo salate, tanto da dover far intervenire anche le guardie pontificie per ristabilire la signoria dell’Accolti.

Rocca_Borgia_NepiL’età Farnesiana. Finalmente, nel 1537 venne investito da Papa Paolo III, Pier Luigi Farnese suo nipote, del titolo di Duca di Nepi, inserendo questo territorio nel Ducato di Castro. In questo decennio che vide il governo del casato farnese, grandi opere vennero improntate in tutta la città ed ovviamente la Rocca non fu trascurata. Altri lavori di adeguamento vennero compiuti all’interno dell’edificio, come testimoniano alcuni stemmi in pietra dell’Accolti, coperti da intonaco e affrescati con lo stemma del nuovo governatore. Ma l’opera più grandiosa realizzata in questo periodo, fu indubbiamente la costruzione dei bastioni esterni. Venne incaricato dell’opera Antonio da Sangallo il giovane, intorno al 1537. Esempio tra i più completi della grande maestria Sangallesca di concepire fortificazioni “alla moderna”. Il Vasari nelle sue “Vite”, definì quest’opera “inespugnabile e bella”. Egli studiò almeno tre ipotesi per compiere quest’opera, oltre a realizzare anche un rilievo delle strutture esistenti all’epoca della Rocca. Alla fine, la scelta cadde sulla soluzione più funzionale, sia a livello difensivo che a livello economico. Essa si compone di quattro enormi bastioni, dotati di apposite cannoniere per il fuoco incrociato. Notevoli le porte di accesso, in particolare la principale, porta Romana, che conservano ancora la porta e la controporta interna. Agli angoli dei due bastioni principali e sopra porta Trionfale o “Nica”, gli stemmi in travertino di Pier Luigi Farnese. Nei sottostanti cartigli la scritta: “P. ALOISIUS FARN. DUX CASTRI ET NEPETE MONUMENTUM HOC AD TUTELAM CIVITATES EXTRUXIT MDXL”, mentre sopra la porta principale, l’arme di Papa Paolo III. Con la dipartita di Pier Luigi Farnese nel 1545, essendo stato nominato Duca di Parma e Piacenza, Paolo III trasferì i cannoni della fortezza nepesina in quella di Perugia. Nel 1570 vide l’arrivo a Nepi di un altro membro della famiglia Farnese, il Cardinale Alessandro Farnese.

Fonte: Rocca di Nepi – Wikipedia.