Giulio Cesare, l’unico scrittore latino ad essere originario di Roma
Fu il principale responsabile del passaggio dalla repubblica al principato.
Fu l’unico scrittore latino ad essere originario di Roma e fu eccellente oratore.
Ebbe un legame molto stretto fra letteratura e politica come viene dimostrato da un’attenta lettura dei suoi Commentarii, in cui parla in terza persona usando uno stile nitido e stringato:
- delle campagne di Gallia,
- della guerra civile con Pompeo.
Nacque a Roma nel 100 a. C.
E’ stato un militare, console, dittatore, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia.
Fu dictator di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da Svetonio il primo dei dodici Cesari, in seguito sinonimo di imperatore romano.
Cesare in pochi anni aveva posto i principi del principato augusteo. Lo si può considerare come il vero fondatore del regime imperiale. Svetonio non si è sbagliato iniziando con la sua, le Vite dei dodici Cesari.
Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino all’oceano Atlantico e al Reno; portò gli eserciti romani a invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.
Il primo triumvirato, l’accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segnò l’inizio della sua ascesa. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione degli Optimates per il controllo dello stato. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole «Alea iacta est», e scatenò la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri Optimates, tra cui Catone Uticense, in Africa e in Spagna.
Con l’assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L’eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.
La campagna di Gallia
Nel 58 a. C. affidò il controllo della situazione a Roma al tribuno della plebe Clodio e partì per la Gallia per rispondere militarmente alle occasioni di guerriglia dei movimenti migratori delle regioni di confine. Portò in Gallia una serie di spedizioni vittoriose che terminarono nel 52 a. C. con la sottomissione di tutta la Gallia. Per organizzare il territorio rimase in Gallia fino al 50 a. C.
La guerra civile
Nel frattempo a Roma Pompeo, dopo la morte di Crasso, era diventato sempre più potente, soprattutto dopo la morte di Clodio e aveva l’appoggio dei Senatori in quanto Pompeo li aveva convinti che Cesare voleva diventare il padrone assoluto di Roma.
Il Senato mandò un ultimatum a Cesare dicendogli di tornare a Roma senza le armi per non essere considerato nemico pubblico.
Cesare non ubbidì, passò il Rubicone con le armi e marciò su Roma. Iniziò così la guerra civile . Prese facilmente possesso dell’Italia e di Roma , si fece nominare dittatore, sconfisse Pompeo a Farsalo, in Grecia, nel 48 a. C.
Dopo la guerra Cesare non volle seguire la politica di Mario e Silla, fu perciò mite con i suoi avversari della guerra civile:
- non compilò liste di prescrizione,
- non favorì le vendette personali e di partito,
- concesse il perdono ( anche a Cicerone).
I senatori però congiurarono contro di lui e il 15 marzo del 44 a. C fu ucciso con una congiura durante una riunione in senato. Erano le Idi di marzo. ( Ricorda MAR MA LU OT).
Il processo di trasformazione della Res Pubblica comunque andò avanti.
Opere andate perdute
Abbiamo notizie delle opere andate perdute per mezzo di Svetonio.
Le più importanti furono:
- le Orazioni che per la sua adesione all’Atticismo probabilmente presentavano purismo lessicale, sobrietà e semplicità di stile;
- il De analogia composta durante la guerra gallica e dedicata a Cicerone. Da esse risulta l’adesione di Cesare alla dottrina analogista con ordine e regolarità della lingua.
- Gli Anticatones scritti in Spagna come risposta all’elogio di Catone composto da Cicerone. Catone era un nemico di Cesare e si era suicidato a Utica nel 46 a. C.
I COMMENTARII
Sono 7 per il De bello gallico e 3 per il De bello civili; probabilmente Cesare li chiamò rerum gestarum, cioè “resoconto delle proprie imprese”.
De bello gallico
Sono 7 libri che raccontano le operazioni militari compiute da Cesare, come proconsole, dal 58 al 52 a. C.
Ad ogni anno è dedicato un libro
Libro I, anno 58 a. C. : campagna contro gli Elvezi e contro Ariovisto, re degli Svevi.
Libro II, 57 a. C. : campagna nella Gallia belgica.
Libro III, 56 a. C. : campagna nel Nord della Gallia, in Aquitania e nella Gallia Belgica.
Libro IV, 55 a. C.: campagna contro i Germani e spedizione in Britannia.
Libro V, 54 a. C.: seconda spedizione in Britannia e rivolte nella gallia belgica.
Libro VI, 53 a. C.: campagne contro le popolazioni galliche ribelli e in Germania.
Libro VII, 52 a.C.: repressione della rivolta capeggiata da Vercingetorige.
Libro VIII fu aggiunto da Aulo Irzio, dopo la morte di Cesare per collegare il De bello gallico al De bello civili e pala degli anni 51 e 50.
De bello civili
Sono 3 libri e raccontano i fatti dei primi due anni della guerra contro Pompeo: il 49 e il 48 a. C.
Libro I, anno 49 a. C. vicende in Italia e Spagna.
Libro II, 49 a. C. vicende a Marsiglia e in Africa dove Curione cade vittima di un tranello e viene massacrato con il suo esercito.
Libro III, 48 a. C. vicende in Grecia a Farsalo e in Egitto dove Pompeo viene ucciso a tradimento da un prefetto del re Tolomeo e Cesare, che non è contento di ciò, interviene nel conflitto fra Tolomeo e la sorella Cleopatra.
Altri, dopo Cesare, hanno scritto dei Commentarii, ma non della stessa mirabile fattura:
- Bellum alexandrinum,
- Bellum africum,
- Bellum hispaniense